Il cambiamento è inevitabile, la crescita è una scelta. Anche nell’ICT.

“Il cambiamento è inevitabile, la crescita è una scelta”.

Non so te, ma questa è una frase che ho sentito più volte nella mia vita e, a prima lettura, potrebbe risultare una frase come tante, buttata lì, che sul momento condividi e poi, preso dai mille pensieri quotidiani, in un nanosecondo la dimentichi.

Questa volta, invece, voglio che tu ti soffermi insieme a me per almeno un minuto e fare qualche piccola riflessione su questa frase e sul suo vero significato.

L’autore della frase è Bob Proctor, scomparso un anno fa, è stato un filosofo, scrittore, personal coach, consulente d’affari e brillante insegnante del pensiero positivo e del miglioramento delle proprie potenzialità.

Anche se il significato della frase è valido un po’ in tutti gli aspetti della vita, credo che si addica benissimo per il mondo degli affari e, in particolar modo, per il nostro settore dell’Information & Communication Technology.

Nell’ICT il cambiamento è inevitabile

In genere, tutto quello che riguarda la tecnologia comporta cambiamenti, così anche nel nostro settore l’equazione ICT=cambiamento è quasi un’ovvietà.

Quando ho iniziato a lavorare nel settore, era il 1997, l’innovazione era passare da un sistema telefonico analogico a digitale. Oggi, le classiche linee telefoniche (PTSN e ISDN) sono quasi scomparse e nessuna azienda ne richiede più l’attivazione.

Solo pochi anni fa la connessione Internet più performante era un’HDSL 8 Mbps e aveva dei canoni mensili di almeno 800 euro. Oggi trovi connessioni a 1 Gbps tranquillamente sotto i 200 euro.

La sicurezza informatica di un’azienda passava dall’installazione di un firewall con porta DMZ e qualche antivirus installato sui PC. Oggi, la cyber security non è più nemmeno un prodotto, ma un sistema, un insieme di azioni suddivise tra servizi, procedure e formazione.

Se sei un MSP, pensa infine, a quanto tempo i tuoi tecnici, fino a pochi anni fa, passavano a fare interventi presso i Clienti. Oggi, la stragrande maggioranza degli interventi sono da remoto.

Anche se inevitabile, non è scontato che il cambiamento sia accettato da tutti

Riprendendo le parole di Bob Proctor, “il cambiamento è inevitabile” perché tutto cresce, evolve e si modifica.

Eppure, nonostante questa “inevitabilità”, molte persone sono resistenti e non riescono ad accettare i cambiamenti.

I motivi di questa resistenza sono tra i più disparati. Di base c’è una sorta di autoprotezione innata in ognuno di noi. Poi però in alcune persone (tante) c’è proprio l’incapacità di mettersi in discussione, la presunzione di “saper già tutto” e la paura di non riuscire e, quindi, del giudizio degli altri.

Cambiare, di fatto, comporta fatica e a volte anche qualche sofferenza. Significa porsi domande, riflettere, capire e maturare. E questo non è per tutti!

Tutto questo accade anche ai micro e piccoli imprenditori ICT.

Sicuramente conosci qualcuno (io almeno un centinaio) che, in seguito al cambiamento dei modelli di business ha preferito agonizzare fino ad arrivare alla chiusura della propria attività.

Ad esempio, molti installatori di centrali telefoniche non hanno saputo “adattarsi” al cambiamento che ha visto come risultato la convergenza dei due mondi “voce” e “dati”. Non hanno saputo aggiornare la loro azienda e, nel giro di qualche anno, il mercato li ha sbattuti fuori.

Stessa cosa sta accadendo a quei System Integrator che ancora oggi si ostinano a vendere pacchetti ore di assistenza tecnica, oppure credono che il Cloud o un’alleanza con un operatore TLC siano inutili. Tra qualche anno il mercato li sbatterà fuori.

Subire il cambiamento o agire verso il cambiamento

Il cambiamento, abbiamo detto che è inevitabile! Nessuno è in grado di fermarlo.

La sua forza è così dirompente che la maggior parte delle persone, seppur reticenti, sono alla fine costrette a “subirlo”.

Tale posizione mette queste persone nelle condizioni di incolpare il mondo esterno (il mercato, i collaboratori, i venditori, il socio, la concorrenza, la sfortuna, ecc.) soprattutto quando le cose non vanno bene.

La responsabilità è sempre degli altri, e quasi mai riconoscono che la causa dei loro malesseri e fallimenti è proprio la loro reticenza a muoversi verso il cambiamento.

Molti micro e piccoli imprenditori ICT che dicono di voler crescere, in realtà poi continuano ad agire ogni giorno come quello precedente.

Se gli parli di investire in formazione (che non sia tecnica), pensano che sia solo tempo perso. Se gli dici che per crescere devono necessariamente sviluppare le vendite e quindi costruire un reparto commerciale, pensano che basti cercare una persona che li sollevi un po’ del loro quotidiano e lo sviluppo è garantito.

Se gli parli del marketing strategico, dell’identità aziendale, del posizionamento, pensano che quello che conta sia solo essere bravi tecnicamente e lavorare sodo.

Va bene, ne riparliamo tra qualche anno e vedremo quanti si mangeranno le mani per non aver agito.

Il piccolo Imprenditore ICT che cresce è perché lo ha scelto

Chi, invece, affronta la realtà ed è capace di mettersi in discussione e maturare, forse soffre lo stesso la fase del cambiamento, ma ne esce più consapevole facendo tesoro dell’esperienza precedente, adattandola e modificandola, per fare i passi in avanti necessari.

Il risultato è un imprenditore ICT che accetta le sfide, ha la volontà di crescere e, soprattutto la ferma determinazione di rifiutare l’immobilismo e il vittimismo.

Ma questa appunto è una scelta, che nessuno può fare per delega e che non tutti hanno il coraggio di affrontare.

Tu cosa hai deciso?

Fai qualsiasi cosa che non ti lasci oggi uguale a ieri

Questa è la mia raccomandazione.

Che tu lavori con me o con chiunque altro, che tu lo faccia da solo, l’importante è che tu inizi un percorso che ti consenta ogni giorno di imparare qualcosa e di fare qualcosa di utile alla tua crescita e a quella della tua azienda.

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Immagine di Freepik

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