La legge della sopravvivenza non vale solo in Natura, ma anche nei tuoi affari
C’è poco da fare, questa è la teoria dell’evoluzione che non riguarda solo la vita sulla Terra formulata da Charles Darwin, ma una vera e propria legge della sopravvivenza per chi fa business come te e me: o cresciamo o moriamo.
Una legge da tenere sempre bene in mente, addirittura da stampare, incorniciare e appenderla in ogni stanza dell’azienda.
Milioni di imprenditori e manager ogni giorno combattono tra mille difficoltà per restare sul mercato, quel luogo particolare dove c’è un continuo via vai di aziende che entrano e che escono. Ultimamente, almeno in Italia, purtroppo sono più numerose quelle che chiudono (l’Istat dice almeno 73.000 solo quest’anno).
A volte le imprese fanno fatica a partire, ma poi riescono a crescere costantemente; ma ci sono anche molte che crescono all’inizio e poi smettono di farlo e, quando il trend negativo si protrae nel tempo, prima o poi soccombono e chiudono.
Ovviamente quando chiude una micro o piccola azienda non fa quasi mai notizia, ma se si tratta di un colosso allora se ne parla e gli esperti iniziano a fare tutta una serie di analisi per identificare i motivi che hanno portato quella famosa azienda a chiudere una linea di business o addirittura i battenti.
Questa volta è il caso di Panasonic e di Zoom, la prima esce da un mercato e l’altra invece ci entra.
Chi esce
Il 3 dicembre scorso il colosso giapponese Panasonic ha annunciato la chiusura entro i prossimi due anni del ramo aziendale Business Communication.
Con una email indirizzata a tutti i suoi Partner, Carlos Osuna, capo della business unit di Panasonic, ha annunciato che la multinazionale ha ritenuto che il futuro del business fosse divenuto “insostenibile e imprevedibile”.
Un’attività nel settore delle comunicazione e dei sistemi telefonici con una storia decennale che si interrompe e forse nel peggiore dei modi: con un arresa.
Infatti nella sua email ai Partner, Carlos Osuna ha affermato che Panasonic ha ritenuto il business nelle comunicazioni “insostenibile e imprevedibile”. La motivazione di questa decisione è da addebitare alla “discrepanza” tra gli assets della fabbrica e le richieste del mercato e le attività di ricerca e sviluppo “in ritardo” rispetto ai suoi concorrenti. Tutto ciò ha messo l’azienda è in un “deficit finanziario costante“.
Nell’email, Carlos Osuna continua: “è con grande dispiacere che chiudiamo la nostra attività, soprattutto quella che ha decenni di storia e fiducia …Negli ultimi anni Panasonic ha lavorato duramente per trovare un modo per continuare l’attività rendendo la nostra organizzazione e le sue relazioni con i partner più sostenibili possibile. Tuttavia, è diventato evidente che ciò non è possibile … dato l’attuale contesto lavorativo basato sulla capacità limitata delle risorse”.
Detto in parole più chiare, la “capacità limitata delle risorse” di cui parla Osuna non è stata altro che l’incapacità del management di adattarsi a suo tempo all’evoluzione della tecnologia e alle richieste del mercato. La mancata tempestività, quindi saper stare al passo dei tempi, la tardiva acquisizione di competenze e tecnologie per farlo, hanno portato la business unit al collasso finanziario.
Sinceramente mi dispiace, anche perché durante la mia esperienza di venditore di sistemi telefonici c’è stato un periodo in cui ho venduto i centralini Panasonic.
Il colosso giapponese non è certo il primo caso di incapacità di adeguarsi all’evoluzione dei mercati, basti ricordare Nokia con i cellulari o Thomas Cook nel settore agenzie di viaggio (leggi l’articolo).
Come accade in Natura, c’è la morte ma c’è anche la nascita. Più o meno negli stessi giorni, Zoom ha lanciato il suo Zoom Phone allargando la sua presenza nel mercato delle comunicazioni con la telefonia in cloud.
Chi entra
Forte dell’impennata di utenti nell’utilizzo della piattaforma di videoconferenza in questo periodo di pandemia, Zoom ha lanciato Zoom Phone, la soluzione telefonica su cloud realizzata nativamente per la piattaforma.
Come è noto Zoom, grazie alla pandemia ha registrato un boom di utenti e, con tutti gli occhi puntati addosso, ha avuto un po’ di problemi con i suoi servizi di videoconferenza in particolare sul versante sicurezza e privacy.
Nonostante ciò l’azienda ha saputo reagire e agire velocemente e oggi estende i suoi servizi anche alla parte telefonica con una sola app unificata per chiamate telefoniche, video, riunioni e chat.
Come è possibile che due colossi mondiali, uno addirittura con una storia ultra centenaria, stiano vivendo nello stesso settore due destini completamente opposti?
Inoltre, riguarda solo le multinazionali o situazioni del genere si possono verificare anche tra le micro e piccole imprese?
Pensare che certi fatti possano accadere solo ai “grandi” è per i micro e piccoli imprenditori dell’ICT un errore fatale.
Senza dubbio, con scale e proporzioni diverse, ogni giorno migliaia di system integrator e MSP si trovano ad affrontare le stesse difficoltà della business unit di Panasonic: scarsità di risorse e ritardi rispetto a quanto richiede il mercato.
Si possono apprendere delle lezioni da questi casi? Secondo me sì e alcune di queste sono:
1. Il fatto di operare nell’ICT non ti deve far star tranquillo
Non dare nulla per scontato.
L’ICT è uno dei settori più importanti e strategici per lo sviluppo dell’economia mondiale, tanto è vero che anche in tempi di pandemia Covid-19, è stato uno dei pochi settori a reggere in questo 2020 drammatico. Questo però non è sufficiente per garantire alla tua attività la prosperità e la crescita, perché l’appartenenza ad un settore economico non è di per se un garanzia di successo.
In momenti di incertezza come questo, bisogna tener presente che le ripercussioni non sono sempre immediate e il solo “sperare” che le cose nel prossimo anno andranno meglio è un atteggiamento molto rischioso e, lasciamelo dire, infantile.
2. La focalizzazione oggi è sempre più premiante
Uno dei motivi della chiusura della business unit di Panasonic è stato molto probabilmente la mancanza di focalizzazione.
Come è possibile che un’azienda come la Panasonic non si sia resa conto delle mutate esigenze del mercato? Come è possibile che sia andata così in difficoltà fino ad alzare bandiera bianca e chiudere la business unit?
Molto probabilmente tra i motivi c’è la mancanza di focalizzazione. Oggi le aziende generaliste fanno sempre più fatica a restare competitive, mentre la focalizzazione senza dubbio permette una maggiore attenzione alle richieste del mercato, quindi della clientela a cui ci si riferisce.
Ad esempio, tra gli imprenditori ICT si pensa frequentemente che l’estensione di linea sia uno strumento per crescere, come ad esempio quello della videosorveglianza, la realizzazione di siti web, ecc.
Spesso sono azioni dettate più dall’improvvisazione che da decisioni strategiche che, nelle migliori ipotesi, consentono di mantenere il fatturato o al massimo di incrementarlo appena e per poco tempo.
Lavorando al fianco di molti System Integrator ho insegnato loro a fare l’analisi della clientela e a verificare con numeri alla mano quanto alcune loro estensioni di linea si siano rilevate un incremento dei costi più che dei fatturati e soprattutto dei margini.
“Less is more”.
3. La tempestività è fondamentale
Nell’ICT la tempestività è un fattore determinante per proseguire su un cammino di crescita.
Chi è ancorato a metodi di lavoro di tre o cinque anni fa, forse ancora non lo sa, ma si sta scavando da solo la fossa dove la sua azienda cadrà.
Ci sono ancora System Integrator e aziende IT che vendono i servizi di assistenza tecnica a ore, oppure che continuano a pensare che il Cloud sia solo una moda e che i loro Clienti non lo utilizzeranno mai, oppure che i servizi di accesso voce e dati non li riguardino e che siano addirittura servizi di serie B.
Mentre questi imprenditori ICT cercano ogni scusa per non rivedere e definire la loro strategia (la più gettonata è “non ho tempo”), altri stanno correndo e prima o poi quest’ultimi subentreranno ai primi anche nei loro Clienti più “fedeli”.
E’ solo una questione di tempo. Indugiare è molto pericoloso!
Adesso hai la possibilità di scoprire tutti i passi necessari da fare per evitare il disastro e iniziare a correre. Ho realizzato ViVendita ICT, il primo percorso formativo e di supporto dedicato agli imprenditori che vendono servizi ICT.
Ad majora!
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