Premetto che mi prenderò qualche “vaffa”, ma potrebbe essere già un risultato.
I dati sulla Formazione in Italia sono impietosi.
Quando si tratta di Formazione dedicata alla crescita personale e a quella aziendale, in fondo alla classifica compaiono proprio i micro e piccoli Imprenditori.
L’auto-apprendimento è un’abitudine consolidata. Nel senso che in particolare i micro e piccoli imprenditori prima fanno, comprese una serie di cazzate, e poi quando ci riescono corrono al riparo.
Basta dare un’occhiata ai siti web delle loro attività, per quelli che ce l’hanno (eh sì, c’è ancora un numero elevato di attività che nemmeno ha un sito), in Home Page o nella sezione “Chi Siamo” scrivono quasi tutte le stesse cose: lavoriamo con qualità, esperienza, professionalità e cortesia.
Tutti aspetti scontati e che tutti possono dichiarare, anche se a volte i Clienti sono considerati più dei rompiscatole che dei “veri datori di lavoro”.
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Per non parlare di Vision e Mission. Nel 90% dei casi non sono nemmeno menzionate o tutt’al più scritte solo per farsi belli e sembrare più grandi di quello che si è. Insomma una sorta di monito: FACCIAMO LE COSE PERBENE…
Mi sono interrogato spesso su questa dinamica e occupandomi di formazione da oltre 20 anni, prevalentemente nel mondo ICT, sono arrivato alla conclusione che ci sono molti motivi alla base di questa cattiva abitudine, in particolare sulla reticenza a partecipare a corsi di Formazione che non siano prettamente tecnici, ma di crescita personale e imprenditoriale.
Un primo motivo sullo scarso coinvolgimento di questi Imprenditori è strettamente collegato alla loro stessa persona, sono presuntuosi.
Se le cose vanno male, o non vanno proprio come vorrebbero, scaricano le responsabilità su tutta una serie di fattori ESTERNI quali il mercato, la crisi, la concorrenza, lo Stato, le tasse, Internet, i collaboratori e qua mi fermo perché ho sentito le ragioni più disparate e anche stravaganti.
Se invece le cose vanno bene, allora per loro non c’è necessità di formarsi, perché il loro modo di pensare è del tipo: “tanto più di questo non si può fare” oppure “se cresco troppo devo pagare più tasse”, “meglio accontentarsi” e “più di così non si può”…o no!?
Ci sono alcune similitudini con CHI HA UNA DIPENDENZA. Si, proprio come i drogati, gli alcolisti e i fumatori.
Qui la criticità sta nella NEGAZIONE DEL PROBLEMA.
Per loro, il solo ammettere che necessitano di aiuto, li rende immuni dal chiederlo.
Come Fonzie di Happy Days che non riusciva ad ammettere di aver sbagliato: quelle parole proprio non uscivano dalla sua bocca!
Guarda l’esilarante scena.
Un altro motivo è invece esattamente il contrario.
Molti micro imprenditori non si sentono all’altezza, hanno poca fiducia in loro stessi e quindi hanno PAURA. E la paura, si sa, blocca e fa ritirare.
Così, come Madre Natura vuole, il risultato è un iper-adattamento nel “comodo” mare di merda nel quale spesso si trovano, consolati dal suo tepore e sicuramente meno fastidioso di dover accettare che è venuto il momento di GUARDARSI DENTRO.
Tanto è inutile girarci intorno, se le cose in azienda non vanno come vorresti è molto probabile al 98,9% che il problema sia tu.
Niente da fare, UN MURO DI GOMMA!
Ma se ti dicessi e ti dimostrassi che ci sono aziende italiane, che pagano le tasse, assumono in continuazione con contratto a tempo indeterminato, che crescono costantemente anno dopo anno e che queste aziende operano proprio nel complesso mondo dell’ICT come te, cosa mi diresti? Che dico cazzate?
Comunque ti capisco. In effetti non è neanche tanto colpa tua.
Tutti noi abbiamo l’abitudine di innamorarci delle nostre convinzioni. E’ una sorta di autodifesa, anche perché cambiare idee o anche solo le proprie opinioni, somiglia un po’ a tradire noi stessi. Se poi ci aggiungi che forse hai un socio o più, allora devi combattere pure contro la loro diffidenza.
Inoltre devo anche ammettere che l’offerta di Formazione che trovi in giro non facilita affatto.
Quasi tutti quelli che se ne occupano sono focalizzati più nell’illustrarti i casi di successo e le motivazioni che lo hanno scaturito, che soffermarsi sulle reali cause che portano una grande fetta d’imprenditori ad arrancare e a non raggiungere gli obiettivi prefissati.
Questo concetto ha un termine inglese che è il “Survivorship bias”, cioè la distorsione della sopravvivenza.
Si analizza chi ce l’ha fatta e poi ti presentano le ricette del loro successo eliminando o ignorando il momento in cui hanno iniziato, la loro storia, chi li aiutati, di quanti soldi disponevano e trascurando anche un aspetto, lasciamelo dire perché è difficile che qualche formatore te lo dica apertamente, il fattore C, una botta di culo…
Quindi l’offerta di formazione oggi è più concentrata ad analizzare le aziende e gli uomini di successo (Google, Microsoft, Ferrari, Steve Jobs, Jeff Bezos, ecc.), proponendoti le loro strategie vincenti, che però sono servite solo a loro e pongono pochissima attenzione sulla stragrande maggioranza di persone che, nonostante le capacità, la voglia e determinazione, non riescono però a raggiungere la loro affermazione per fattori che sfuggono al loro controllo.
Eppure tu e la tua azienda siete il MOTORE ATTIVO, PULSANTE, UN AVAMPOSTO DELLA NOSTRA BELLISSIMA ITALIA. Ne hai CONSAPEVOLEZZA?
Sei consapevole che grazie alla tua passione, al tuo impegno, ai tuoi soldi, ai tuoi desideri di uomo e donna, contribuisci a muovere l’economia e a rendere il nostro Paese la settima potenza economica mondiale?
Allora basta piagnistei!
Sappi che hai tutte le carte in regola per giocarti questa partita ad armi pari con chiunque e vincere.
Devi solo guardarti dentro e avere un un momento per riflettere, prendere coscienza e lavorare con qualcuno che abbia già affrontato le stesse identiche difficoltà che incontri ogni giorno, le abbia studiate e superate.
Ho un regalo per te!
Visto che molto probabilmente mi sono preso un bel “vaffa”, ho pensato di farti un piccolo regalo che mi auguro ti possa essere utile: sono due capitoli del mio libro “La Vita è una continua Vendita”.
Ti faccio questo omaggio non tanto a fini promozionali, anche se accade ugualmente, ma perché con un linguaggio semplice e diretto ti parlo della “Conoscenza e Consapevolezza” e dell’importanza di essere curiosi per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.
Se vuoi sapere cosa ha detto chi lo ha letto vai qui
Pochi minuti di lettura che sono sicuro ti possono aiutare a riflettere.
Inserisci qui sotto il tuo nome e la tua migliore email, ti apparirà un messaggio con un link per accedere al pdf dei due capitoli.
Ad majora!
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Piero
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